Il progetto della ricerca sui nomi degli ebrei vittime della Shoah in Italia è diretto dal 1979 da Liliana Picciotto, con le risorse finanziarie e umane messe a disposizione dal CDEC.
I principali collaboratori allo sviluppo del progetto sono stati, in ordine di tempo: Gigliola Colombo Lopez, Franca Signorini, Cecilia Hemsi Nizza. Dal 2007 la ricerca si avvale della preziosa collaborazione di Alberta Bezzan.
Il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC ha avuto fin dalla sua costituzione, nel 1955, l'obiettivo di ricostruire l'elenco delle vittime della Shoah in Italia, raccogliendo l'eredità del CRDE (Comitato Ricerche Deportati Ebrei) sorto a Roma nel 1945 sotto l'egida dell'Unione delle Comunità Israelitiche Italiane e guidato dal colonnello Massimo Adolfo Vitale.
Vitale produsse nel 1953 un primo elenco dattiloscritto delle vittime. I documenti raccolti in quell'ambito costituirono successivamente il primo patrimonio documentario del CDEC.
I segretari generali che si avvicendarono alla guida del CDEC - Roby Bassi, Guido Valabrega, Eloisa Ravenna - gestirono accuratamente quel patrimonio trasferendolo fisicamente dalla sua prima sede veneziana a quella milanese.
Nel 1972, al fine di produrre un documento inoppugnabile anche dal punto di vista delle fonti, il CDEC avviò, sulla base dell'elenco di Vitale, una nuova ricerca basata su una raccolta dei documenti disponibili in tutti gli archivi internazionali possibili. Questo "rilancio" della ricerca fu affidato a Giuliana Donati che vi lavorò fino al 1974. In quegli anni fu costituita una grande cartoteca manoscritta con schede dedicate ad ogni nome di vittima, i cui dati biografici disponibili furono accuratamente verificati e nuovi ne furono aggiunti.
Nel 1979, il CDEC prese in considerazione l'idea di pubblicare in un libro-memoriale l'elenco completo di tutti gli ebrei morti in Italia o deportati dall'Italia nel biennio 1943-1945. La direzione del progetto fu affidata a Liliana Picciotto.
Nuovi documenti erano nel frattempo venuti alla luce: la schedatura di 51.000 ebrei o presunti tali messa in atto dal governo fascista nel 1938, i registri-matricola delle carceri italiane con i nomi degli ebrei arrestati, i documenti del Ministero dell'Interno reperiti per le Procure tedesche nell'ambito dei processi a criminali nazisti che avevano operato in Italia. L'analisi di questo complesso documentario portò alla luce nuovi nomi e nuovi dati. Nel 1986 il CDEC ricevette in dono un raro e prezioso computer che dette una svolta alla ricerca: i dati fino ad allora reperiti furono fatti confluire in un innovativo database creato con l'aiuto dell'ingegnere informatico Alfonso Sassun.
L'esito della ricerca fu pubblicato per la prima volta nel 1991 dalla casa editrice Mursia di Milano nel volume di Liliana Picciotto "Il Libro della Memoria. Gli ebrei deportati dall'Italia (1943-1945)", del quale è in preparazione la quarta edizione.
La vasta diffusione del libro permise a parenti e amici delle vittime di entrare in contatto diretto con il CDEC e con l'elenco stesso. Segnalazioni e integrazioni, inizialmente assai numerose, nel corso degli anni non sono mai cessate - segno dell'interesse costante da parte della società civile verso il proprio passato. Poiché nuovi dati e completamenti ci vengono ancora comunicati, l'elenco non si può considerare definitivo ma un continuo "work in progress".
In occasione del Giorno della Memoria 2012, la Fondazione CDEC mette online questo sito, costruito a partire dall'antico database del CDEC.
Tale database viene tenuto costantemente aggiornato, parallelamente al procedere delle ricerche.
Esso viene gestito dal punto di vista informatico da Gloria Pescarolo.
Con i due monumenti "Il Libro della Memoria" e il sito "I Nomi della Shoah Italiana", la Fondazione CDEC ha inteso, da una parte, soddisfare la ricerca storica, dall'altra onorare la memoria delle vittime.